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giovedì 29 gennaio 2009

MELITA TONIOLO E RAFFAELLA FICO A RTV: IL RINFOCOLARE DELLO STEREOTIPO DELLA DONNA OGGETTO

Siamo nel 2009, vero? Eppure guardando la televisione l'impressione è che siamo fermi agli anni '60. Vero, verissimo, l'innovazione c'è stata. Prima il colore, poi i 4:3 ben definiti per poi passare definitivamente ai 16:9 e ai cristalli liquidi, servizi dei telegiornali fatti interamente grazie a Youtube che nasce solo qualche anno fa, finestre aperte sull'attualità grazie alla rete e alla possibilità di poter usufruire di Internet costantemente. Insomma, la televisione, conformemente ai tempi, alla società, alle abitudini e ai costumi, si è rivoluzionata, è cambiata. Strano, però, perché il pregiudizio, o quantomeno il preconcetto, un nutrito stereotipo, alimentato anche da una mentalità che è sempre uguale a sé stessa, vige, fermamente vige. La donna, spostandoci dal discorso di femminizzazione della televisione o di determinate fasce orarie, come eccellentemente ha sottolineato qualche giorno fa l’autorevole Tvblog, è sempre stata un oggetto. Altolà ogni pratica e teoria razzista: la donna è sacra, non si tocca, neanche con un fiore. Un uomo senza la (sua) donna è un uomo inutile, che non serve, senza passione, parlando riferendoci al mero piano sentimentale ed ideologico. Sì, vero, verissimo, ancora una volta. Ma la donna in tv è sempre un oggetto. Gli ascolti si fanno con un paio di tette, con un lato B messo in evidenza, perché si è simpaticamente raccomandate dal direttore di rete. Le Sandra Mondaini, le Delia Scala di una volta non esistono praticamente più. Ed è un vero peccato.

RTV, la tv della realtà. Per cortesia, non ammazzateci il ricordo del bel programma condotto da Guido Bagatta fino a qualche anno fa. La Iene, una volta, fecero un siparietto divertentissimo sul controsenso di questa tipologia di conduzione. “Real Bagatta: un uomo chiamato coraggio”, si intitolava, e metteva in evidenza come un pauroso, lecitamente, conduttore presenti un programma mozzafiato, con inseguimenti, catastrofi naturali e via. Poi ci hanno messo la Stephens, e ci poteva anche stare. Con la Chiabotto, la scorsa estate, si è raschiato il fondo, la donna oggetto nella sua accezione puramente negativa, coperta di soli specchietti catarifrangenti sul pube e sulle floridità accentuate con un filo, un q.b. di silicone che fa sempre male.

Oltre l’oblio, il nulla. Aristotele, parlando del suo sistema cosmologico, intercettava un universo finito e chiuso: tutto esiste all’interno di questo, altrimenti, semplicemente, un qualcosa non esiste. Allora mi chiedo: da dove si è trovato il modo di fare ancora peggio, portando la figura della donna ancora più in basso di quanto la stessa trasmissione sia stata in grado di fare in questi ultimi tempi? Una verginella all’asta e una poco pudibonda Diavolita. Nude, praticamente, da far concorrenza alle donnine dell’899 in onda tutte le notti nelle peggiori emittenti locali, a toccarsi come la Vezzali avrebbe voluto dal Cavaliere, a bagnarsi in piscina e a dare un tocco di sensualità che non serve davvero al vecchio e caro Real Tv. Non tanto per la trasmissione, da chiudere immediatamente per i bassi risultati, ma per l’immagine risultate che si ha della donna: un lurido strumento utilizzato per fare ascolti. Questa, a mio avviso, è una vergogna su cui si tace troppo. Di seguito un video “hot” tratto da una registrazione rinvenuta su Youtube.

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