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martedì 23 settembre 2008

CANALE5 E I SUOI SHOW: ALCHIMIA... PERDENTE?

La garanzia autunnale di Mediaset è iniziata domenica 7 settembre e, dopo più di due settimane, iniziamo, forse troppo anticipatamente, a tirare qualche somma. Oddio, forse non è proprio questo il nostro intento: quello che vogliamo fare adesso è sottolineare un dato tanto netto quanto eclatante. Come ben sappiamo, e come ben sapranno i più attenti lettori di Scavicchia la notizia, nonostante una tesi di anticipo mostruoso relativo all’ipotesi del reale ritorno della platea e del pubblico dinanzi al teleschermo, fissato agli sgoccioli di un’afosa estate, quando poi non è neanche ad autunno iniziato effettivo il tale ritorno, gli show, in maniera non scriteriata, o, meglio, tutti i programmi prodotti internamente dal Biscione hanno avuto un inizio più tardo, almeno nel campo delle prime serate. Sorvoliamo, perciò, sulla stramba segmentazione circa l’avvio delle produzioni del daytime, cosa che ha minato l'ostico campo di ascolti, sofferenti in questo primario scorcio di mese a differenza, invece, di quanto ha fatto in maniera egregia e con risultati altisonanti - con una dovuta eccezione, quale quella della parentesi, piuttosto estesa, della trasmissione di Caterina Balivo - RaiUno con l’avvio simultaneo di tutto il daytime e di tutti i programmi esso contenente. Il prime time settimanale di Canale5, anticipato, a partire da ieri 22 settembre, dalla più che ventennale creatura di Antonio Ricci Striscia la notizia che per la prima apparizione ha registrato un botto di audience a dir poco incredibile (10 milioni di telespettatori ed il 36% di share) e, prima ancora, dal suo spin-off estivo Veline, consta di tre serate dedicate agli show, alla quale andrà, da settimana prossima, ad aggiungersi una quarta. Partiamo dal primo di questi per una sorta di piccola e ristretta analisi.
Venerdì sera, ore 21.10 (circa), in un saporito scontro varietà contro varietà, nel momento in cui Fabrizio Del Noce manda in campo I migliori anni con Carlo Conti, Massimo Donelli schiera l’onnipresente Barbara D’Urso con il 50% della coppia Bonolis-Laurenti, la percentuale che, da sempre, con chiunque sia implicata, è costretta a stare alle ingenue umiliazioni e al pubblico e finto ludibrio. Fantasia è il titolo del nuovo esperimento su cui punta l’ammiraglia Mediaset in maniera evidente e sfarzosa. Peccato che quanto sia stato registrato nelle aspettative e nelle consuete dichiarazioni precedenti alla messa in onda sia stato totalmente sovvertito. Un aggettivo per descrivere ciò che abbiamo avuto modo (e sfortuna?) di vedere? Noioso. E, forse, siamo stati pure troppo buoni. È impensabile che nel 2008, in un periodo in cui, televisivamente parlando, gli show e i varietà si reggono sull’ospite o sul conduttore, si possano aspettare faville da un qualcosa che regge la sua struttura più che sulla conduttrice, oggettivamente inflazionata, sovresposta come nessuno precedentemente mai, su una formula sì carina, sì simpatica, ma inadatta per un continuum perpetuo di due ore e mezzo in prime time. Siparietti che strappano un sorriso, ma estremamente ripetitivi, soporiferi. Risultato? 3 milioni e mezzo di telespettatori e il 17% di share.
Sabato sera, ore 21.10, questa volta puntuali. Gli sfori, forse, stanno diventando degli eventi. Sporadici. Dopo più di tre mesi di assenza dagli schermi delle televisioni italiane, riappare la Sanguinaria, quella Maria De Filippi che, come il miglior emulatore delle gesta del grandioso Re Mida, fa oro di tutto ciò che tocca. Ed è C’è posta per te il cavallo di battaglia con il quale fa il suo grande rientro. Solita camminata, solite, ma con le naturali varianti da caso a caso, storie, solite emozioni. Insomma, una prima puntata che pare essere il meglio di una edizione pescata a caso. Ma che, di contro, piace, e anche tanto. Il gradimento è sempre alto, sinonimo di come la minuziosità nella scelta delle storie e del registro utilizzato dalla De Filippi, di quanto il lavoro impeccabile della redazione della trasmissione sia ripagato ed apprezzato. La colonna portante del sabato sera che, checché ne dica Pupo in evidente stato di euforia, è illesa da ogni volontà di scalfittura. Il trionfo dell’emozione, l’eccezionale people show che delle lacrime vere fa la sua fortuna. Ascolti? 4 milioni e mezzo e un buon 25% di share.

Domenica sera, ore 21.30 oltrepassate prima e ore 21.15 poi. Il tasto dolente, sotto tutti i punti di vista. Weekend targato De Filippi che, tolti gli abiti del ruolo che svolge al lacrimevole C’è posta, un evidente misto tra psicologa e fredda assistente sociale, va dietro le telecamere e giostra il gran Ballo delle debuttanti della serata di fine settimana. Uno scempio totale. La debuttante del 2008, alla cui elezione presenzia un’inedita quanto garbata - è da ammettere - coppia Rita Dalla Chiesa-Garrison Rochelle, è, in ogni caso, il risultato finale di una trasposizione al vivente di un astratto e comune stereotipo. Sia essa la classica ragazza della porta accanto con qualche in chilo in più che il cono gelato lo mangia senza cialda (ops, pardon: senza il cucchiaino!) di accompagnamento e che, finito un piatto di bucatini, fa la scarpetta; sia essa quella che il sabato sera preferisce andare a teatro o a vedere una bella esposizione in pinacoteca, con una più che ipotetica classica puzza sotto il naso. La fiera della banalità declinata all’Amici style. Tutto sa di già visto, di troppo conosciuto. Di eternamente autogestito, senza benché minimo filo conduttore. E intanto le Pop vincono, a nome dell’ovvietà delle dinamiche. Disastro, comunque. 3 milioni e 200 mila, addirittura acclamati ed evidenziati positivamente dal direttore di rete, con un non rassicurante 18% di share alla prima che, alla seconda, sono 2 milioni e 900 mila con un pessimo 15% di share.
A questi vada ad aggiungersi anche Zelig che farà la propria comparsa lunedì 29 settembre in concomitanza con le seconde parti delle classiche miniserie di RaiUno e con la puntata serale de L’Isola dei famosi che ha mostrato un po’ la corda in prima serata, forse per colpa della scellerata programmazione, in questa sesta edizione che, grazie al nostro Corrado, stiamo tenendo ottimamente sotto controllo.
Cosa è successo, quindi, a Canale5 e ai suoi show, baluardo di una garanzia primaverile scintillante? La risposta è semplice: l’alchimia, come da titolo, oggigiorno è perdente. Il perché è presto dato. Questi show non sono tali. In un caso è evidente il richiamo ad un determinato pubblico, con la riproposizione delle medesime dinamiche. Nell’altro, si voglia per la sovraesposizione della conduttrice che per l’azzardata (su quali basi i piani altri credevano che potesse funzionare?) e stantia formula, è lampante la carenza autoriale. Si salva il salvabile, ovvero ciò che è noto, che è conosciuto, a testimonianza di un’autoreferenzialità ipotecabile e, almeno per quello che personalmente scorgo, per nulla da voler tentare di tenere lontana. Non a caso I migliori anni di Conti hanno sfondato il tetto del 30% di share e i Tutti pazzi per la tele della Clerici hanno sfiorato quota 6 milioni. Segno che quello che veniva fatto una volta era più apprezzato, più amato, più familiare e meno commerciale. Per la serie “si stava meglio quando si stava peggio”. Come se, poi, quello di una volta fosse peggiore di quello di adesso. Per niente. Ma questo è un altro discorso. Da approfondire.

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