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mercoledì 20 agosto 2008

INTERVISTA A RAFFAELLA CARRÀ: «PER IL MIO RITORNO C'È TIMORE, MA PIÙ ADRENALINA»

Senza preambolo alcuno. Quello che è il personaggio più atteso della prossima stagione televisiva ha le sue sembianze: quelle di Raffaella Carrà. Per il ritorno in video, questa volta, non ha voluto rischiare minimamente, dopo le esperienze discrete di Sogni, sottrattole da Antonella Clerici, che ne ha riassemblato le parti donandogli il nome de Il treno dei desideri, e quelle totalmente snobbate dal pubblico, del tipo Amore, poggiante su basi non solide, come possono essere quelle relative al parlare e al fare una trasmissione che parli di adozioni a distanza. Ed è assieme alla trasmissione cult, quella che più contraddistingue anni e anni di carriera (sia ben chiaro: non che tutto il resto sia solamente gavetta), ovvero Carramba che sorpresa, che è auspicata la sua rinascita televisiva. Raffaella Carrà e Carràmba. Carramba e le carràmbate. Le carràmbate e la Carrà. Tutto ritorna, come in un perfetto gioco di sincronie ed uguaglianze. Tutto perfetto per un ritorno attesissimo. Per uno di quelli per cui si aspetta non solo il massimo, ma anche il pienone d'ascolti. Due anni sono stati quelli di assenza. Troppi per un'innegabile professionista come lei. Troppi per chi l'ha amata. Troppi se confrontati allo scarso mese di preparazione per il programma di cui può contare. Sorrisi e Canzoni Tv l'ha intervistata recentemente, e noi vogliamo riportarvi le sue parole, nella loro integrità.
Lei, che ha fatto e continua a fare la storia della televisione italiana. Lei, che è la madre di tutte le presentatrici e show-girl. Lei, che la scorsa primavera ha festeggiato i 30 anni della sua canzone più celebre, «Tanti auguri» («Come è bello far l’amore da Trieste in giù»). Lei, che fra pochissimo tornerà fra di noi con ben due programmi, «Carràmba che fortuna!» e «Il Gran Concerto» (come autrice). Lei, che ha scelto di raccontare tutto questo (e molto altro ancora) in anteprima e in esclusiva a «Sorrisi». Signore e signori: Raffaella Carrà. Raffaella, l’autunno le porterà in dono un nuovo «Carràmba» e un altro progetto a lei caro.
Ce ne vuole parlare?
«A “Carràmba” sono molto affezionata, è un programma che mi ha cambiata dentro e mi ha fatto vivere in diretta emozioni indescrivibili. Questo però sarà “Carràmba che fortuna!”, legato alla Lotteria e quindi con più spettacolo, sorprese, distribuzione di premi. Ma se c’è una “carrambata”, certo non mi tiro indietro! Saranno le sorprese che i “ganci” mi chiederanno a decidere parte del programma. Quindi, cari “ganci”, scrivete: la vostra complicità è indispensabile. L’indirizzo della redazione è carrambachefortuna@rai.it o “Carràmba che fortuna!”, piazza Lauro de Bosis 5, 00195 Roma. In autunno, realizzerò un altro progetto, il mio “sogno nel cassetto”: avvicinare i bambini alla musica classica facendoli divertire. “Il Gran Concerto”, questo il nome del programma, è firmato da me e da Sergio Japino: sarà condotto da Alessandro Greco, ogni domenica mattina su Raitre, dal 7 settembre».
Raffaella, è emozionata per il suo ritorno in video dopo così tanto tempo?

«Io non sono malata di video, non ne sento la mancanza. Mi piace fare televisione, ma se non trovo l’idea giusta, il progetto che mi emoziona, preferisco non lavorare e dedicare il mio tempo agli affetti, fare le cose pratiche di tutti i giorni che trascuro quando sono impegnata in tv. Il mio ultimo programma, “Amore”, è del 2006. Due anni di assenza ti portano ad avere più timore per mancanza di “allenamento”, ma c’è più adrenalina».
Come si sta preparando?
«Lavoro sodo insieme a due compagni straordinari come Sergio Japino e Gianni Boncompagni e… incrociamo le dita! Un mese e mezzo di preparazione è poco, ma faremo del nostro meglio».
Ci può dare qualche anticipazione sul format?
«Posso solo dire che ci sarà grande spazio per la Lotteria e per lo spettacolo puro, alcune sorprese, 40 bellissimi “boys” , e qualche “carrambata”. Non aggiungo altro! Non sarebbe giusto verso i suoi colleghi che verranno in conferenza stampa…».
Riesce a ritagliarsi qualche giorno di vacanza, piscina e partite a scopone?
«Nel mio comprensorio c’è una bellissima piscina, quindi … due bagni li ho fatti. Le partite a scopone? Ora va di moda il burraco, che ho dovuto imparare per forza. Farò un torneo a Ferragosto».
Le è capitato di vedere la tv in quest’ultima stagione? Chi o che cosa l’ha colpita di più?

«Mi piacciono molto le inchieste. Sono diverse da quelle che faceva Zavoli, ma la Gabanelli e “Striscia” fanno un ottimo lavoro di denuncia. Quello che mi chiedo, invece, è: come mai nessuno fa niente dopo queste incredibili denunce?».
Dicono che la sua erede sia Simona Ventura. Lei cosa dice?
«No, no, è molto diversa da me e ha già una sua popolarità ben definita. Si offenderebbe a reputarla mia… erede».
E di Nostra Signora degli Ascolti Maria De Filippi che dice?

«Lei nasce come autrice. Quella della show-woman è una figura diversa».
Raffaella, torniamo a lei. Quest’anno ricorre il trentennale di «Tanti auguri» («Come è bello far l’amore da Trieste in giù»). Quella canzone è diventata un classico… Anche se il periodo storico in cui è nata fu uno dei più tragici d’Italia.
«Nel ’78 facevo “Ma che sera”, il programma che rese famosa la canzone. Era registrato. Poi rapirono Moro ed io, sconvolta, chiesi di sospendere la messa in onda. In Rai mi risposero: “No, servirà ad alleggerire l’atmosfera”».
Tra i suoi fan c’è Tiziano Ferro, che le ha dedicato una canzone. Che rapporto avete?
«Abbiamo un bel rapporto di amicizia e stima. E chissà che un giorno non canti una sua canzone».
Quasi tutte le sue canzoni portano la firma di Boncompagni. Fra le decine di successi italiani e spagnoli, quali sono i suoi preferiti?
«Amo tutte le mie canzoni, ma “Rumore” mi è rimasta nel cuore».
Quando tornerà a fare un tour canoro in giro per il mondo con le sue hit?
«Quando rinasco».
Vedremo mai la Carrà a teatro?

«Già dato».
Durante l’assenza dal video lei è stata molto impegnata anche con progetti umanitari. Ha voglia di parlarne?
«Da anni sono personalmente impegnata a favore delle adozioni a distanza. A un certo punto della mia vita ho capito che dovevo fare qualcosa e donare un po’ di tutto quel bene che il destino mi aveva concesso per rendere felici altre persone. Viaggiando molto in quasi tutti i Paesi del mondo, ho avuto modo di guardare in faccia la povertà, il degrado nel quale sono costrette a vivere milioni di persone, e ho sentito che non avrei più potuto fare un programma che non fosse in qualche modo legato a questo sentimento. Così sono nate trasmissioni come “Carràmba”, “Sogni” e, più recentemente, “Amore”. Non ho avuto figli miei, ma ho adottato a distanza dieci bimbi meravigliosi, che seguo assiduamente e che vado a trovare nel corso dell’anno».
Lei ha un rapporto molto speciale con la Spagna e con l’America latina. A quando risale questo amore?

«La Spagna mi ha “adottato” dal ’76. Era appena morto il Generale Franco e ho vissuto l’ingresso della democrazia… È stato emozionante. Tutto cominciò con quattro special di un’ora e da lì è nato un amore che dura ancora».
A settembre, Mina, sua partner in «Milleluci», compie 50 anni di carriera. Che ricordo ha di lei? Vuole lanciarle un invito attraverso «Sorrisi»?
«Mina è grande, spiritosa, intelligente. Se dovessi farle un invito, sarebbe a cena. Però lo farei privatamente».
Raffaella e l’amore. Oggi.
«Tutto ok, con calma».
Raffaella e gli affetti. Oggi.
«Ho due bellissimi nipoti, i figli di mio fratello scomparso qualche anno fa. Uno vive a Parigi e ha un bimbo bellissimo. L’altra si sta per laureare a Bologna e poi non sa ancora, ma di sposarsi per ora non ci pensa nemmeno. Che segua le orme della zia?».
Si rivede mai in qualche vecchia trasmissione?
«Non le guardo mai, ma nel suo “Supervarietà ” Paolo De Andreis trova le cose più incredibili, che non ricordo neppure di aver fatto».
Quali manifestazioni di affetto gradisce di più dai fan?
«È straordinario l’affetto che ricevo dalle persone, anche quando non sono in video. La domanda, in quel caso, è sempre la stessa: “Raffaella, ma quando torni in tv?”. E poi ho ricevuto più di 50 composizioni di fiori dai fan di vari siti Internet: commovente».

Che cosa prova quando legge qualcosa di poco carino sul suo conto?

«Se la critica è costruttiva, ne tengo conto. Se è gratuita, tiro dritto. Solo chi non rischia non sbaglia mai».

Lei ha spesso dichiarato che Michelle Hunziker è la sua erede. Perché?

«Non mi porti sfortuna… non vorrei morire subito! Se Michelle e tutte le altre hanno un vero successo vuol dire che sono assolutamente uniche. Solo questa è la forza, non copiare nessuno».
Un’ultima domanda: ma la mossa col caschetto è ancora un suo gesto abituale? E come è nato?
«È nato perché si danza con tutto il corpo. Un giorno se vuole glielo insegno…».
Al di là dell'intervista, che danno idea e dimensione di come sia una persona, con una propria personalità, prima che personaggio pubblico, inglobato ed assimilato dall'infinito vortice del mondo dello spettacolo, quello che una volta messoti nell'oblio non ti dà possibilità di uscire, vorrei lanciare una frecciatina, oltre che muovere una riflessione. Non sono nato nel periodo in cui si diffuse il sentimento di scandalo e stupore per l'ombelico scoperto e neanche quello in cui le sue hit più importanti vennero lanciate, ma sono consapevole della grandezza e della grande importanza che ha, all'interno del piccolo schermo, ricoperto Raffaella Carrà. So benissimo che è un pezzo di televisione, uno di quelli, fortunatamente, vivente.

E allora mi sorge un dubbio, anche alla luce del ritorno con la sua trasmissione cult: cosa può dare, la showgirl bolognese, alla televisione di oggi? Il tubo catodico, lo sappiamo benissimo, è mutato completamente, nella sua struttura e nella sue dinamiche. Il fatto che si preferisca riapparire con un marchio, più che con un'idea, mi rattrista. È come se fosse coincidente con il prendere atto del non poter più dare niente in quell'ambiente che ha fatto, anni prima, la tua fortuna e la tua carriera. Certo, se il programma avrà successo, sarà automatico l'aprirsi di più e più porte a mo' di bivi sul suo futuro. Ma a cosa potrebbero condurre? L'unica strada che è possibile battere, forse, è proprio quella di autrice, laddove alla personale fucina di idee può essere dato modo di crescere e di formarsi. Ma non è davvero un po' amara come possibilità?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao bartolì e boris :D
che dire...auguro alla carrà di fare il pienone di ascolti, la tv ha bisogno dei grandi professionisti e nn di api "maya" improvvisate presentatrici!
ps:se vi va potete venire a visitare il mio blog
http://maravenierblog.wordpress.com/

un bacio,diamante

Expedit ha detto...

Ciao Diamante!..:D
Infatti, speriamo bene per la Carrà, almeno una serata in meno disponibile per le DelNoce's angels..:D:D:
Non sapevo avessi aperto un blog, vengo subito..aaha.:D:D

El Barto ha detto...

Ciao, terrona Diamante!!!
È ovvio che adesso vengo a rincorrerti nel tuo blog, nella speranza di leggerti sempre lì, qui, altrove, dove ti pare :D :P