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giovedì 22 maggio 2008

ENZO TORTORA. UNA STORIA DI TUTTI, CHE RICORDANO IN POCHI

Un uomo che ha fatto la storia della televisione. Una storia che la televisione ricorda poco. E’ questo, in sintesi, il succo della questione Enzo Tortora, un professionista della televisione, fortunatamente indimenticato da parte degli italiani, più per merito proprio, che per la televisione stessa che, a meno del programma La Storia Siamo Noi di Minoli, non riporta alcuna traccia di un uomo che tuttora gode della stima di sempre più generazioni, paradossalmente anche quelle che non hanno avuto la fortuna di vederlo “dal vivo in televisione” e che possono conoscerlo solo grazie alla memoria storica altrui. Il suo primo passo nella televisione fu a soli ventitre anni, dove divenne già funzionario Rai. Solo dopo tre anni il suo debutto al grande pubblico, prima con Campanile D’oro, poi nel 1956 come copresentatore di Primo applauso in compagnia di Silvana Pampanini. Nel mondo del quiz, prima con Telematch, e poi nell’intrattenimento con la trasmissione che lo fece arrivare all’apice della popolarità: Campanile Sera con Mike Bongiorno.
La sua carriera è stata contraddistinta da un notevole numero di “inconvenienti”. Il primo nel 1962 dove il presentatore fu “colpevole” di non aver impedito una imitazione di Amintore Fanfani, da parte del pure indimenticato Alighiero Noschese. Dopo un “esilio” in Svizzera con Terzo Grado, il ritorno in Rai fu contraddistinto dalla creazione di due show che hanno fatto la storia della televisione: Il Gambero e la Domenica Sportiva. Ma nemmeno il tempo di assaporare il successo, per essere di nuovo allontanato dalla televisione di stato; aveva definito la Rai come “un jet colossale guidato da un gruppo di boy scout che si divertono a giocare con i comandi”. Ben otto anni lontani dalla Rai, trascorsi in collaborazioni con quotidiani (Nazione e Il Resto del Carlino) e nascenti emittenti locali (Antenna3Lombardia e TelealtoMilanese).
L’allora direttore di Raidue, Massimo Fichera, comparso ieri sera stessa, nella puntata de La Storia siamo noi tra le tante testimonianze di stima e rispetto nei confronti dell'artista Tortora, nel 1977 decise per il suo ritorno in Rai con Accendiamo la Lampada in compagnia di una giovane Raffaella Carrà, anche se il vero successo giunse con l’indimenticato Portobello. Punte di 26 milioni di telespettatori, resero Portobello la punta di diamante della televisione italiana. Poi il passaggio alla televisione privata, dove su Retequattro condusse Cipria. Ma nel 1983 un grosso ostacolo gli si pone dinanzi, bloccando del tutto la sua professionalità e soprattutto la sua persona. Coinvolto in un processo infatti, Enzo Tortora passò anni interi per provare la sua totale innocenza da tutte quelle accuse che gli erano state rivolte. La Rai lo richiamò per riproporre Portobello, ma la trasmissione non ebbe il successo sperato, nonostante il commovente incipit del presentatore tanto atteso dal pubblico italiano:
“Dunque, dove eravamo rimasti?”.
Dopo i risultati deludenti di Giallo, Enzo Tortora si allontana dalla televisione, a causa di gravissimi problemi di salute. La sua ultima comparsa è stata in una trasmissione di Ferrara, Il Testimone. La televisione di oggi lo ha dimenticato. Del tutto. Un professionista che ha sempre dimostrato una estrema intelligenza, madre della stessa ironia con cui il presentatore caratterizzava ogni sua esclamazione. Portobello, come molti sanno, è la radice di tanti programmi che tuttora in televisione, in versioni “rivedute e scorrette”, circolano con altri nomi. Il precursore di un genere che tuttora caratterizza il piccolo schermo. L’unico modo in cui la tv ricorda Tortora è il voler riportare in video una trasmissione come Portobello. La dichiarata disponibilità di Silvia Tortora, figlia del presentatore, sbatte però contro un muro. Chi sarebbe ora all’altezza di presentare una trasmissione dal passato così ingombrante? Non ritengo che tuttora in televisione ci sia qualcuno all’altezza. Eppure la Rai ha in questo show potrebbe ritrovare un grande, grandissimo, patrimonio. Tuttora La Corrida, trasmissione storica di Corrado Mantoni, vive una sua ennesima giovinezza. E’ stata trovata una formula giusta, modificando poco quella vecchia. Se la Rai trovasse un “”erede” di Tortora, sono convinto che il destino sarebbe uguale…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Boris :)

che dire di più?
E' bene ricordare ogni tanto questo grande personaggio della tv, ma che purtroppo umanamente ha sofferto molto.
Purtroppo molti giovani non sanno nemmeno chi sia e cosa abbia fatto, ma lui era uno dei pilastri della nostra passata tv.

Anonimo ha detto...

Enzo Tortora era un grande professionista. Buona descrizione. Non sapevo della storia dell'attacco alla Rai.

Anonimo ha detto...

> Ale 93

Stasera imperdibile appuntamento con Carlo Conti su Rai Uno!

Imperdibile finale de I
Raccomandati che stasera a partire dalle 21.10 circa su RAI UNO condurra’ una nuova e imperdente puntata dello show del venerdì sera di RAI UNO.
Calro COnti accompagnato dal solito cast, terminera’ come sempre con una splendida puntata la sesta edizione di questo grande show targato Rai Uno che non sente del passare degli anni concludendo infatti una media di oltre il 21% e quasi 5 milioni.

I Raccomandati stasera tornano al modello base ovvero 8 raccomandatori e 8 raccomandati.

Allora vi rinnovo l’appuntamento STASERA in compagnia del simpatico Carlo COnti la bellissima e affascinante Alessia Ventura e il comico Dado.

STASERA ORE 21.10 circa RAI UNO I RACCOMANDATI-la finale-

Expedit ha detto...

Corrà, ok ora ho letto in un altro commento che eri tu..:D

Cmq vero. Quello è il guaio. A meno di Minoli, Tortora è passato inosservato in televisione. Poi però Portobello lo vogliono eccome. A questo punto spero non gli dicano mai di sì. Brutto comportamento da parte dell'intera televisione e quindi degli addetti ai lavori odierni..

CROCE 81 ha detto...

non esiste un erede di Tortora, Bonolis è a metà tra Tortora e Corrado, ma nessuno può prenderne il posto