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domenica 13 aprile 2008

CAPIRE SIMONA VENTURA? CREDERCI SEMPRE, ARRENDERSI MAI!

Ieri sera ho avuto occasione, almeno in parte, di osservare, conuna buona attenzione, l'intervista di Simona Ventura alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi, in onda su La7, per la presentazione dell'autobiografia della presentatrice torinese. Ebbene, con mia sorpresa, ho scoperto un volto della Ventura ben diverso da quello urlato e talvolta fin troppo spontaneo a cui ci ha abituato. Una persona cauta, tranquilla, con la testa sulle spalle, ha attirato l'attenzione di non pochi spettatori. Racconti di una sua vita lontana, una vita lontana anche dai palchi e palcoscenici. Una Simona Ventura più donna ha fatto sfoggio del suo carattere, cercando di dare un tocco di sensazionalità alla sua "opera", che a quanto pare è già possibile trovare in libreria. La Ventura proprio per questo mi ha sempre impressionato. Come fosse costituita da due personalità, l'una vicino all'altra, e che, come liquidi immiscibili, si scontrino, si increspano, senza mai divenire uniforme. L'alternanza di momenti di grande "normalità", a quelli da diva televisiva quale è. Un momento profondo sulla questione aborto, alternato all'accusa a chi (forse Bonolis?) ha a disposizione anni interi per prepare il tanto amato giocattolo Festival di Sanremo.
Una impressione strana. Alterna momenti di donna fragile, a quelli di donna forte e coriacea. Parla a testa alta di tradimenti subiti, e tradimenti di cui lei stessa è stata (in realtà la questione Gori ancora non mi è chiara) protagonista. Analogo schema nel libro. Una pugnalata a Raffaella Carrà, definendola "fuori liceo, dentro museo", una riflessione sulla sua crisi matrimoniale e sul ruolo delle donne nella società. Insomma, come al solito Simona Ventura, seppur in un momento abbastanza opaco della sua carriera professionale, ci stupisce sempre. Ma a capirla e comprenderla sembra proprio l'impressione più difficile, ma d'altronde...crederci sempre, arrendersi mai!

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