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giovedì 28 febbraio 2008

PER CHIAMBRETTI, SANREMO E' SANREMO...MA NON E' PIU' UN EVENTO

Le polemiche intorno a questo Sanremo sembrano non terminare mai. Mancano ancora tre serate della kermesse canora, che già si tirano le somme, si tracciano bilanci e conclusioni. Sarà forse per una abitudine di noi italiani, intenti sempre a valorizzare ciò che non è nostro, è demolire un prodotto tutto made in Italy. Detto ciò, è lo stesso Piero Chiambretti, infatti, a esternare il proprio pensiero riguardo i bassi ascolti di questa edizione. Bassi ascolti paradossalmente accompagnato da un buon gradimento per quanto riguarda lo spettacolo. E non posso non riportarlo, visto che mi trova completamente d'accordo.

Sanremo, 28 feb. (Adnkronos) - Sanremo "sconta il calo complessivo di appeal della tv generalista". Piero Chiambretti (nella foto) traccia così, dopo il giro di boa del festival con la pausa di mercoledì, il suo prebilancio. "Il festival da certi punti di vista non è piu evento e a questo contribuiscono molti fattori: la fruizione diversa della tv e dei new media, la cannibalizione del festival da moltissimi altri programmi durante la giornata, con un effetto saturazione sul pubblico e altro".
"Io non ho niente da rimproverarmi. Sono contento e tranquillo -ha sottolineato Chiambretti, fermato dai cronisti dopo la riunione pomeridiana di scaletta con Pippo Baudo e con gli autori- e spero che stasera, con i duetti, tanti innesti e tanta buona
musica, le cose vadano meglio. Io ce la metto tutta''. Sullo sfogo di Baudo di ieri e su come è stato raccontato oggi sulla stampa, Chiambretti conferma le voci che parlano di un Baudo piuttosto amareggiato per come sono state interpretate alcune sue affermazioni: ''Oggi l'ho visto molto giù. Baudo si è impegnato come poche persone avrebbero fatto, ha lavorato più di tutti per questo festival da sei mesi a questa parte, ha creduto fortemente nelle canzoni, nel progetto".
''Se consideriamo i dati Auditel ai quali la stampa tiene tantissimo -ha aggiunto Chiambretti- vediamo che i risultati dei momenti di spettacolo sono buonissimi. Non è vero che lo spettacolo sposta il festival, semmai lo aiuta. Undici anni fa, per esempio, io ho fatto un festival che faceva 16-17 milioni di telespettatori eppure, fatta eccezione per il mio travestimento da angelo, c'erano molte meno idee. Sono stato poi ospite speciale di Raffaella Carrà in un festival che fu considerato un flop, eppure otteneva milioni di spettatori in più di questo''. Insomma, il problema è uno solo: "Il festival non è più così centrale da considerarsi un evento".

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