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giovedì 13 dicembre 2007

SFORANDO PER LO SHARE...UNA TECNICA MOLTO GRADITA



"Sforando per lo share" non è un reality, ma purtroppo una triste realtà sempre più presente nella nostra televisione. Quel minuto in più, che ti permette di acciuffare quel telespettatore che fa la differenza, in questa sfida di ascolti sempre più serrata. Una tecnica utilizzata da tutti, senza ritegno e senza alcuna decenza e differenza. Lo stesso Massimo Donelli, da direttore di Sorrisi si ergeva a difensore del telespettatore vilipeso da questi mezzi utilizzati dalle dirigenze di rete. Probabilmente ha già dimenticato i suoi stessi strali ora che è direttore della rete ammiraglia Mediaset. Analogo discorso per RaiUno, con Fabrizio DelNoce che spesso predilige utilizzare questa tecnica. Il treno dei desideri, il sabato sera, da palinsesto, dovrebbe terminare alle 23:35. In realtà risorge il sole quando la Clerici cede la linea a Marzullo. Perchè allora non fissare già questi orari da palinsesto? Per non parlare della fascia dell'access prime time. Piano piano, si era giunti a cominciare la prima serata addirittura alle 21:40. Ricordo ancora Pupo alle prese con i pacchi che chiedeva scusa per il ritardo. Il tutto è cominciato con Bonolis e Ricci. Fortunatamente lo scorso anno prima la Rai, e poi Mediaset, avevano posto dei limiti ben definiti per l'inizio del prime time. Ma sempre più questo accordo si sbriciola. In quei trenta minuti di durata, sia di Affari Tuoi che di Striscia la Notizia, quel piccolo sforo ha ancora più valenza, ed a pagarne sono solo i telespettatori, sempre più impazienti nell'attesa della loro fiction o trasmissione preferita prima di andare a dormire.

Forse quelli della tv non ci sono abituati, ma lo sanno che la gente comune la mattina va a lavorare?


Ecco un interessante articolo di Marco Molendini del Messaggero, a riguardo proprio di questa questione:


E dire che la stagione era cominciata con le migliori intenzioni. Vale a dire con l’idea di anticipare la partenza dei programmi di prima serata con gran sollievo del pubblico e dei frequentatori della seconda serata (compresi i conduttori, da Vespa e Mentana, costretti ad allungarsi sempre più nella notte). Ma, si sa, le strade sono lastricate di buone intenzioni, specie quelle televisive. Così è successo proprio il contrario. Mai come in questa stagione i programmi di access primetime hanno sforato, cioè non hanno rispettato l’orario di chiusura previsto. Lo sforo televisivo gode di una corposa letteratura (celebri i litigi fra Vespa e Pippo Baudo), ma il fenomeno non era mai stato così istituzionale come in questa stagione.Ha cominciato la Rai, non poteva non rispondere Mediaset, piuttosto irritata (secondo un calcolo fatto a Cologno monzese su 22 serate di weekend, cioè di sabato e domenica, del periodo di garanzia Raiuno sarebbe partita dopo le 21,30 ben 19 volte). La cosa curiosa è che il fenomeno non accenna a diminuire neppure ora che la fase calda di programmazione (quella della garanzia pubblicitaria) si è spenta. Affari tuoi continua a tirarla a oltranza almeno un paio di volte a settimana (sabato scorso Il treno dei desideri è partito ben oltre le 21,30). Canale 5 si è adeguato. L’avvio di Zelig, venerdì, ha dovuto attendere non solo al conclusione di Striscia ma anche quella di Paperissima sprint, aggiunta a mo’ di ulteriore cuscinetto. E, sabato, Ciao Darwin, è partito un buon quarto d’ora oltre l’inizio previsto. Perfino i telegiornali (anche lì c’è grande concorrenza) perdono puntualità. Il Tg2 ha mandato in rete un comunicato in cui protesta contro il Tg1: si ritiene danneggiato perché «quasi ogni sera non rispetta l'orario di chiusura, fissato dal palinsensto Rai alle 20,30 (orario d'inizio dell'edizione serale del Tg2)».Non c’è dubbio, il problema esiste, ma non si intravedono soluzioni. Altroché ventilare un cambio di atteggiamento come poteva far pensare l’esperimento Benigni a ruota del telegiornale: in quel caso si è trattato di un unicum per ora irripetibile. Il fatto è semplice: i programmi di access primetime sono più forti degli altri e, siccome l’Auditel misura la cosidetta prima serata dalle 20,30 alle 22,30, il loro prolungamento assicura alle reti (si parla sopratutto di ammiraglie) share più alti.I pacchi di Affari tuoi hanno una media di ascolto che è più alta di quasi tutti i programmi di prima serata, leeccezioni sono pochissime e straordinarie (la stessa cosa di può dire di Striscia). Lo sforamento, dunque, è una sorta di assicurazione che permette di mascherare deficit più gravi di ascolto. Tanto è vero che la stagione autunnale si è chiusa con piccole variazione rispetto all’anno precedente (Raiuno perde lo 0,6 e Canale 5 lo 0,3). Il fatto poi che continui la politica dell’allungamento dell’access anche fuori garanzia è determinato dalla presenza di un altro traguardo Auditel, la corsa per la leadership d’ascolto nell’anno solare che si chiude attorno a Natale.Le cose, comunque, non sono destinate a cambiare neppure a gennaio. Raiuno ha già annunciato che intende varare dal 9 gennaio un nuovo esperimento che va a collocarsi a cuscinetto proprio fra il Tg1 e il game show dell’access e quindi destinato a far dilatare ulteriormente la presenza di quella fascia. Si tratta del microshow affidato a Fiorello, titolo Viva Radio 2 minuti (ma sarà proprio di due minuti?) destinato a fare da apripista al ritorno dello showman in radio che per ora si annuncia per sole nove repliche, ma che potrebbe anche continuare. A questo punto, visto che i dati d’ascolto governano la tv in modo così totalizzante, sarebbe il caso di chiedersi a che serva continuare a misurare il primetime come entità che va dalle 20,30 alle 22,30.
Marco Molediniper "Il Messaggero"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo è una vergogna sforare! La prima serata deve partire alle 21.10 tutti i giorni